venerdì 17 agosto 2007

English Lesson One


In clima estivo riceviamo una graditissima email del prof. Gianfranco e quasi contemporaneamente Gianni mi invia questa
vecchia vignetta tratta dal "quaderno della mandragola" che direi casca proprio a pennello. Titolo: parlami di Pinter.

18 commenti:

  1. Anonimo11:27

    Hi!

    Ho sempre qualche difficoltà a iniziare una email. Ho sempre in mente come si incomincia una lettera e mi viene da scrivere “cari ragazzi”: sarebbe corretto, ma mi suonava un po’ troppo retorico.

    Beh, volevo dirvi quanto sono stato contento di rivedervi dopo tanti anni. Lo so, la buona creanza avrebbe voluto che scrivessi subito dopo l’incontro, quasi due mesi fa, ma sono quasi subito piombato nel tunnel degli esami di maturità: quest’anno avevo due quinte, e ho finito verso metà luglio. A quel punto ho deciso che era il caso di prendermi una
    vacanza e di rimandare la lettera. Adesso non ho più scuse…

    Quello che volevo dirvi è che sono venuto all’incontro con un certo timore. Non di incontrare voi, ma dei ricordi che sono legati agli anni in cui vi ho insegnato. Ogni tanto però fa bene rituffarsi nel passato. Sono stati un bel pomeriggio e una bella serata. Sono stato contento di rivedere quelli di voi che sono venuti, mi ha fatto piacere vedere che
    qualcuno è padre (o madre) felice. I bambini mi mettono sempre allegria.
    L’atmosfera è stata proprio simpatica. E poi non mi era mai capitato di partecipare a riunioni di classe dopo tanti anni.

    E’ stato bello vedere che ho lasciato un buon ricordo. Come potete intuire dal fatto che ho conservato quel foglietto per tanti anni (è sopravvissuto a varie messe in ordine della scrivania con relativa eliminazione di scartoffie varie) anch’io vi ricordo con piacere. Gianni ha detto che c’era un certo caos specialmente all’inizio delle mie lezioni, non lo metto in dubbio, voi certo lo ricordate meglio di me, ma il ricordo dei due anni che abbiamo passato insieme per me è diverso, più legato alle canzoni di Bob Dylan per spiegarci. A questo proposito devo confessarvi una cosa. Fino ad allora avevo insegnato in altre scuole (ragioneria, geometri, medie, classico), voi siete stati una delle prime classi dello scientifico alle quali ho insegnato e avete fatto un po’ da cavie. In altre parole mi avete insegnato molto anche
    voi. E per non lasciare il discorso troppo nel generico diciamo che avete contribuito a convincermi che è di gran lunga più importante creare un buon rapporto con una classe dello svolgimento del programma.
    Certo se ci ripenso mi dispiace non avervi spiegato l’importanza e la bellezza delle opere di Shakespeare, ma se come sembra la scuola vi ha inculcato il virus della lettura, le librerie sono piene di edizioni di Shakespeare con testo a fronte e le scoperte personali sono sempre le più soddisfacenti.

    A proposito, sentire Chiquito ... che mi confessa di avere scoperto la bellezza, la precisione dei vocaboli inglesi e che sta studiando nel tempo libero è una di quelle soddisfazioni che ripagano una carriera.

    Mi ha fatto molto piacere anche rivedere i colleghi, molti dei quali non vedevo da tanto tempo.

    Ho dato un paio di sbirciate al blog, e vorrei sapere che fine ha fatto la foto del 1982. Potreste rimettercela, o mandarmela all’indirizzo email, magari con i nomi, così riuscirò a dare un volto a tutti. Sono passati venticinque anni e ho avuto una media di centoventi alunni all’anno: è umanamente impossibile ricordarli tutti.

    Ancora grazie per la bella giornata. Spero che avremo occasione di incontrarci ancora (possibilmente non fra 25 anni). Aspetto di vedere qualche altra foto. Da parte mia prometto di farmi insegnare da mio figlio come si fa e di intervenire sul blog.

    Un abbraccio a tutti,

    Gianfranco.

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  2. Anonimo11:29

    Ciao Angelo

    Ti invio due vignette della madragola. Ho pensato che siccome sono tutte belle, potremo inaugurare un post settimanale o bisetimanale intitolato “LA MANDRAGOLA” e pubblicare settimanalmente le vignette.

    L’ANGOLO DELLA MANDRAGOLA

    Questa è il primo appuntamento con la “Mandragola” quaderno di pensieri ma soprattutto di vignette che occupava l’attenzione e il tempo di noi quintaioli liceali, almeno quelli dell’ultima fila. Testimonianze DOC.. Ogni settimana pubblicheremo una vignetta e una massima. Per una settimana sarà possibile commentare la vignetta. Buon Divertimento reduci.


    Massima della settimana: “E come disse quel filosofo parlando con Chiesurin: VA’NINI”

    GIANNI

    Intanto pensate chi sono gli autori?

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  3. Anonimo11:29

    Caro Prof. Gianfranco (come vedi anche a me piace iniziare così),
    sono Angelo e rispondo alla tua email in quanto Administrator insieme a Paolo del sito internet e del blog "Reduci1982". Ti chiedo scusa del ritardo della risposta ma in effetti siamo tutti in ferie e il tempo si è dilatato un pò.
    Anche se non ho sentito gli altri "ragazzi" sono convinto di poter interpretare il pensiero di tutti dicendo che mi ha fatto tanto piacere ricevere la tua email che ho voluto inserire nel blog così la potranno leggere anche gli altri.
    A distanza di qualche mese ascoltiamo ancora l'eco della festa dei reduci e questo è incredibile.
    Entrando nel personale, voglio dire che ho un bel ricordo delle lezioni di inglese soprattutto perchè non c'era stress. Aver studiato "mr tamburine man", "the dubliners", "waiting for godot" (sono le prime cose che mi vengono in mente) e soprattutto averle studiate in un modo un pò più "originale" ha fatto sì (almeno nel mio caso) che restasse qualcosa di più profondo. Ma mi fermo qui!

    Mi dici che la foto "ricordo 1981-1982" non si vede sul tuo computer, è strano, perchè è sempre lì e nessuno l'ha toccata , ma questi sono i misteri della tecnologia moderna. Comunque te la invio i allegato con questa email in formato più grande (in attesa di fare un cd con tutte le foto della festa)
    Ti faccio l'appello da sinistra a destra:
    Gianni ..., Duilio ..., Paolo ..., Fabio ..., Ivan ..., Paola ..., Teresa ..., Angelo ..., Giorgio ..., Umberto ..., Adriana ..., Giampiero ..., Paolo ..., Mara ..., Nadia ..., prof. Gianfranco ..., il Preside (non ricordo il nome), Antonio ..., Alberto ..., Sandro ....
    Mancano dalla foto di classe Stefano ...(probabilmente assente...) e Michela ...(...ma dai??!!!)

    Per quanto riguarda come intervenire nel blog, diciamo che la cosa è ancora più semplice che mandare una email. Si potrebbe dire che la cosa parte più difficile è superare l'imbarazzo di fare la prima pubblicazione. Comunque una volta scelto un post (che sarebbe un articolo fatto da un administrator) si clicca su "invia un commento" e così si apre una pagina dove inserire il testo (non si possono mandare immagini). Quindi si sceglie se inviarlo come anonimo o inserire un nome e si clicca su "pubblica". Fine. Non serve iscriversi a niente, e può inviare un commento chiunque entri nel blog. Un problema che ho invece notato è che, poichè il nostro blog è gestito dal colosso google, succede che a volte si inceppa o è lento (forse per i troppi collegamenti tutti contemporaneamente) e quindi cliccando su "invia un commento" a volte non succede niente o bisogna fare più tentativi per aprire la pagina di testo. Tutto qua.

    Prima di salutarti, una notizia in anteprima... sembra che ci si stia organizzando per un "reduci1982" edizione Berlino2008. Se ci sei batti un colpo.
    ciao, Angelo

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  4. Anonimo14:31

    Oh Angelino, elimina pure quel "sembra che", direi che la cosa è stata decisa ed approvata all'unimità in quel della Guizza. Ora si tratta solo di attendere i piani di volo estivi di tuifly ed easyjet (controllo giornalmente, ma a tutt'oggi sono possibili prenotazioni solo fino al 31 marzo 2008) e di definire la situazione alloggio. Buone vacanze a tutti!

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  5. Anonimo14:42

    Cosa dire? Mi inchino allo stile ed alla straordinaria umanità di Sir John Frank From King (alias little mint) che ci ha regalato tante belle parole, come sempre tutte incastrate con grande maestria.
    Personalmente gli sono molto grato per avere avuto molta pazienza con i miei strafalcioni linguistici del periodo liceale (al contrario della prima prof di inglese che inorridiva lanciando un acuto grido di dolore "what are you saying Mazza?") e per averci aiutato nella traduzione di alcune delle nostre canzoni preferite. Insomma ... abbiamo passato dei bei momenti.... e da allora la lingua Inglese mi è stata molto simpatica e sono riuscito anche ad impararla (thank's god and friends).
    Spero che avremo presto l'occasione di incontrarci, in modo reale o virtuale. Un abbraccio.
    Paolo

    PS - A proposito della vignetta riconosco la mano da insufficiente cronico in disegno ... ma non dico niente!

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  6. Anonimo16:02

    Dear Mr. From King,
    ritengo che le qualitá di un insegnante non stiano tanto nell'inculcare nozioni, che tosto o tardi vengono dimenticate, bensì nell' adeguare il proprio metodo di insegnamento ai rispettivi alunni, trasmettendo loro gli strumenti necessari per le scoperte personali, che - Lei ha perfettamente ragione - sono sempre le più gratificanti. Se a suo tempo ci avesse "intontati su" con Shakespeare, molto probabilmente oggi proveremmo tutti un'odio sviscerato verso l'inglese, ricorrendo a Dylan invece .... miracolo!!! come si suol dire "il fine giustifica i mezzi". Spero ci sia anche Lei alla gita scolastica dei reduci, nel frattempo carissimi saluti e un grazie di cuore, Tere.

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  7. Anonimo21:16

    Caro Prof. Gianfranco ,
    forse pochi sapranno che oltre ad essere un eccellente insegnante di inglese lei è anche un grande amante del cinema . Io ed Antonella abbiamo frequentato per anni il Cineforum vittoriese di cui lei era un'importante animatore e conserviamo ancora i fascicoli con le critiche ai film di cui lei era il curatore( noi eravamo tra i pochi ma assidui partecipanti dei dibattiti dopo il film e debbo dire che ricordo ancora con piacere quelle serate ) .
    A proposito potrebbe darci qualche suggerimento a riguardo di film western ? Abbiamo appena visto " The stage coach " di J.Ford e verremmo proseguire su tale tema .
    A presto

    Giorgio

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  8. Anonimo14:37

    Caro Giorgio, Stagecoach alias "Ombre Rosse" di John Ford (usa 1939), è nella lista dei film eccellenti (60 circa) citati dal Morandini. Quindi un film a 5 stelle assolutamente da avere in cineteca, infatti io non ce l'ho e non l'ho mai visto. Comunque c'è un'osteria "Ombre Rosse" sulla strada per andare a Caorle...

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  9. Anonimo14:43

    A proposito, Giorgio, visto che volevi proseguire sul genere western, domenica su Rai3 fanno "il mucchio selvaggio" (usa1969) altro film a 5 stelle (morandini) quindi imperdibile! ... io me lo registro, dopo ne parliamo.

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  10. Anonimo14:48

    Caro Angelo, grazie mille per la foto e l'appello. Se la maggior parte di voi era in ferie direi che è normale a Ferragosto.
    Conferemo che sul mio computer non appare, misteri di Mozilla!
    Riguardando le immagini un po' più grandi sul computer mi sono tornate in mente tante cose. Tra l'altro ho capito perché, non avendolo più rivisto dal 1982, mi è stato molto dfficile riconoscere Antonio B.
    Tra l'altro più che le fisionomie mi sono venute in aiuto le espressioni mentre parlavate: quelle sono rimaste intatte negli anni. E' un buon segno. Non ricordo neanch'io come si chiamava il Preside, è rimasto un anno solo mi pare.
    Rimango in fiduciosa attesa del CD con le foto, e aderisco fin d'ora al raduno a Berlino, sperando che avvenga in periodo di vacanza.
    Ciao,
    Gianfranco.

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  11. Anonimo14:51

    Caro Gianfranco, come avrai letto nel blog "gita scolastica a berlino", i giorni stabiliti per andare a Berlino sono dal 24 sera al 27 aprile 2008.
    La Teresa si sta interessando per prenotare un volo low cost e per l'alloggio a Berlino visto che lei abita lì da parecchi anni. Dobbiamo solo sapere quanti siamo. A noi ci farebbe enorme piacere se tu venissi, soprattutto se non sei mai stato a Berlino che secondo me è molto bella.
    A proposito, vorrei inserire nel nostro blog, di seguito nel post "english lesson one", anche queste ultime email visto che hanno un carattere generico che interessa un pò tutti nel gruppo, ...così tanto per fare diario..., però vorrei che mi dicessi se sei daccordo. Io le metterei perchè, secondo me, quello che hai scritto ha feeling.
    Un'ultima cosa, sarò assente dal blog per una settimana e quindi non potrò scrivere a meno che non trovi un internet point a Siviglia (meta delle ferie) così tra una sangria e un flamenco potrei anche tentare un collegamento.
    ciao Angelo

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  12. Anonimo14:52

    Caro Angelo, se pensi che il mio messaggio possa essere di interesse generale, mettilo pure sul blog. Ho guardato sul calendario dell'aprile 2008 e con ogni probabilità il 26 ci sarà ponte. In caso non dovrei avere problemi a farmi dare un giorno
    di congedo. Non capita spesso di fare una gita con una quinta venticinque anni dopo!
    Buone vacanze a Siviglia (è una delle mie città spagnole preferite), e buona sangria!
    Gianfranco.

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  13. Anonimo20:18

    Caro Angelo ,
    grazie per l'informazione , domenica cerchero' anch'io di non perdermi " Il mucchio selvaggio " . Sempre a proposito di cinema americano se non l'hai visto ti suggerisco la visione di " Furore " di John Ford ( tratto dallo splendido libro di John Steinbeck ) . In ogni caso goditi la vacanza spagnola e come si dice " agarra l'onda " .

    A presto

    Giorgio

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  14. Anonimo11:37

    Caro Prof, sono veramente hyper happy che lei abbia spontaneamente deciso di aderire alla gita: ci divertiremo un mondo... Buon weekend a tutti! Tere.

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  15. Anonimo23:03

    DeaR DaRe
    appena tardivamente ho addocchiato gli ultimi sviluppi del blog e non voglio mancare l'occasione di rispondere a te e a tutti i reduci. Quello che chiami caos che io ho ricordato dei primi venti minuti di lezione, non ha niente a che vedere con il casino in senso stretto e non metaforico, o almeno quello poteva far supporre ad uno sguardo inattento ed esterno (i ragazzi a inglese fanno troppo casino, ci vorrebbe un goccino!)... era pura energia, senza retorica, giovanile, che abbisognava di uscire. E forse la magia delle tue ore inglese non sarebbe stata la stessa senza quel breve spazio/tempo di apparente non sense. Non lo dico per giustificare la nostra indisciplina, ma solo perchè dal caos dei primi quindici minuti sono venute fuori splendidi momenti (interessanti, stimolanti, mai noiosi) di condivisione e apprendimento. Non voglio insegnarti il mestiere, ma c'era allora una giusta alchimia tra la nostra esuberanza iniziale e la tua apparente serafica calma attesa prima di intraprendere un viaggio con coleridge o beckett.
    Amen.

    Sono daccordo con te DearDare: assolutamente imperdonabile aver trascurato Shakespeare; è una mancanza che mi pesa ancora oggi, nonostante la mia passione teatrale mi abbia portato a studiarlo e leggerlo e vederlo innumerevoli volte. Chissa, lancio il sasso e poi lo nascondo con la mano: non è che si potrebbe organizzare qualche buona lettura su Shakespeare?

    Per Berlino, posterò nel post giusto.

    A completamento, angelo: il preside che durò soltanto un anno fu (non nel senso che non è più) tal prof Alfredo Brancato, figura tra le più anonime che hanno varcato la soglia di quel liceo.

    Hasta la Victoria...
    Gianni

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  16. Anonimo22:41

    Cari Angelo, Paolo, Teresa, Gianni, Giorgio, e tutti gli altri,
    quello che mi ha trattenuto dal rispondere alle vostre lettere non è stata pigrizia innata, né il blues di fine estate (corsi di recupero che pretendono di far imparare in una settimana quello che non si è imparato in nove mesi e le relative prove di accertamento, collegi docenti che durano tutto il pomeriggio, riunioni di dipartimento, prima tornata di consigli di classe… ), ma un certo imbarazzo che ho provato leggendo i vostri messaggi. Le vostre parole mi hanno fatto davvero molto piacere e sono più che gratificanti. Ma io non ero in cerca di complimenti. Ho scritto perché volevo ringraziarvi dell’idea della “riunione” e per la bella serata. Ebbene, sì, sono rimasto commosso e lo volevo dire, non ha senso nascondere i sentimenti.
    Non ho molto da aggiungere a quello che avete detto. Vorrei solo spiegare che quando ho scritto che mi dispiaceva non essere riuscito a farvi amare Shakespeare, non intendevo dire che avrei voluto essere più sadico e costringervi a studiare cose che non vi piacevano, ma che forse, con i potenti mezzi a disposizione oggi, come i Dvd delle trasposizioni cinematografiche delle sue opere, le cose avrebbero potuto andare diversamente. Comunque non ho rimpianti per avere scelto le canzoni di Bob Dylan, sapevo quello che facevo: come dice benissimo Teresa, sono i programmi che vanno adattati alle classi e non viceversa; il programma ministeriale non è un totem al quale sacrificare gli studenti; d’altra parte gli esperti di insegnamento dell’inglese agli studenti stranieri dicevano che bisognava partire dai contemporanei in letteratura, e Bob Dylan era già allora un classico. A proposito spero che abbiate visto “Io non sono qui”, in cui la sua personalità complessa è stata resa con sei interpreti, il più efficace è certamente Cate Blanchett (sì, proprio l’attrice).
    A Gianni voglio dire che ricordo come iniziavano le lezioni, e mi andava bene così: come si fa a imparare a usare una lingua straniera in un clima di tensione? Credo che uno studente abbia ne abbia già abbastanza cercando di ricordare i vocaboli e applicare le regole. Quei minuti di sano sfogo della vivacità naturale servivano a scaricare tensioni accumulate prima, forse è per questo che non li avevo catalogati come “casino” o tempo perso. Riguardo alla possibilità di recuperare le lezioni su Shakespeare: perché no? Il problema forse è di trovare momenti che tutti abbiamo liberi.
    Giorgio mi fa una domanda da un milione di euro (in originale erano dollari, ma adesso sono svalutati): certo John Ford è da vedere, fra i tanti titoli di sicuro “Sfida infernale” (che ha avuto infiniti remake a partire da “Sfida all’O.K. Corral” di Sturges), “Sentieri selvaggi”, “L’uomo che uccise Liberty Valance”; ma quasi tutti i registi hanno almeno un western nella loro produzione: Howard Hawks, “Un dollaro d’onore”, “El Dorado” ; Anthony Mann, “Winchester 73”, “L’uomo di Laramie”; Budd Boetticher ; Delmer Daves, “Quel treno per Yuma”; Raoul Walsh, Nicholas Ray,“Johnny Guitar”; King Vidor, “Duello al sole”; George Stevens, “Il cavaliere della valle solitaria”; Fred Zinneman, “Mezzogiorno di fuoco”; comunque tra i western vale la pena di fare scoperte personali, perché si trovano gioiellini dove non ci si aspetta. Dopo gli anni Sessanta si incominciò a demitizzare la storia della conquista del West: Peckinpah (tutto), ma anche Ralph Nelson (Soldato blu), Arthur Penn (Piccolo grande uomo), Elliott Silverstein (Un uomo chiamato cavallo), Sidney Pollack (Corvo Rosso non avrai il mio scalpo), Richard Sarafian (Uomo bianco va col tuo Dio!), Robert Altman (I compari). Dagli anni Settanta il genere è in crisi, fra le cose migliori viste di recente c’è “Silverado” di Laurence Kasdan, “Balla coi lupi” di Kevin Costner, e, chi l’avrebbe mai detto, quasi tutta la produzione western di Clint Eastwood. Non è esauriente, lo so, un po’ perché non mi ricordo tutti i film che mi sono piaciuti, un po’ perché l’argomento è vastissimo.
    Un’ultima cosa: sabato 26 aprile è ufficialmente festa.
    Ciao a tutti,
    Gianfranco.

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  17. Anonimo09:51

    Saluto Gianfranco ringraziandolo per l'intervento, e corro a noleggiare il DVD “Io non sono qui” di cui avevo visto il trailer ma "non ci avevo creduto tanto". Qualcuno dei Reduci ha già visto questo film? Se sì, mandi qualche commento (potrebbe meritare l'apertura di un nuovo post!).

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  18. Anonimo09:43

    Ciao,
    a proposito della lingua Inglese volevo segnalare il libro L'inglese - manuale semiserio di Beppe Severgnini- . Vi ho trovato un sacco di aneddoti simpatici e di curiosità davvero esilaranti.
    Bellissimo in particolare il capitolo su come imparare l'inglese con le canzoni di cui il prof Da Re è stato precursore. Molto divertente anche il capitolo sul telefono in cui Beppe descrive tutte le deformazioni telefoniche del suo nome (lo hanno chiamato anche Sederini...) o il capitolo delle parole inglesi che in italiano hanno tutto un altro significato.
    Insomma con l'inglese e le relative gaffes ci si diverte moltissimo. Io ho qualche esempio del tutto personale:

    In Inghilterra, volendo spiegare cosa è la farina con cui si fa la polenta, ho cercato di spiegare che si trattava di granoturco macinato.... e ricordando la parola simil-inglese "mais" ... ho spiegato che per ottenere la farina "you have to mill (macinare) the MAIS".
    Peccato che in Inglese granoturco si dica corn ed invece la pronuncia MAIS signichi topi (mice).
    - what are you saying mazza?

    Qualche anno fa, ad un ostello, volendo chiedere le lenzuola (sheets ) ho fatto inorridire l'impiegata che aveva capito che volevo della cacca (shit) sul letto - What are you saying mazza?

    O quando negli States ad una ragazza vicina di banco ho chiesto gentilmente per attaccare discorso "can you give me a rubber?" dimenticando che in americano rubber significa preservativo, mentre per dire gomma da cancellare si dice "eraser".
    La ragazza garbatamente si è girata dall'altra parte e non me l'ha data (la gomma) ed io ci sono rimasto piuttosto male.
    - what are you saying mazza?

    In fondo una lingua si impara anche con queste figure di merda ...

    ciao paolo

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