domenica 14 ottobre 2007

Elogio dell'invecchiamento (del vino)

Su consiglio della Paolina - vedi post delle ferie - mi sono letto anch'io questo libro "elogio dell'invecchiamento" di Andrea Scanzi e mi è molto piaciuto. Il libro tratta l'argomento vino e ho pensato: questo è un argomento che dovrebbe far presa sui Reduci1982, visto poi che il gruppo può vantarsi di annoverare professionisti (Toni), semi-professionisti (Paolina) e cultori (tutti gli altri). Così ho deciso di scrivere questo post.

Premesso che il sottoscritto potrebbe essere classificato tra i "selvaggi" cioè, come dice l'autore, "...quelli che si imbucano alle fiere confondendo il Vinitaly con la sagra del Chianti a Greve...", dopo aver letto il libro ammetto di aver imparato qualcosa di più: adesso anch'io sò che i vini bianchi non hanno tannini ...a meno che non sia un Pico di Angiolino Maule!!! Vi ho stupito? In realtà Scanzi prende in giro proprio questo atteggiamento da saputelli di chi ha imparato 4 cose sul vino magari facendo il corso AIS come egli stesso ha fatto diplomandosi sommelier ma aspettando ancora oggi lo Spirito Di(Vino) che lo illumini tra gli eletti.

Sapere di vino, ovviamente, è molto di più, e non è retorica dire che un vino è una cosa viva e che ogni bottiglia praticamente è unica. L'autore dice: "Per ogni bottiglia, una vita. Un'emozione, forse, unica". Lo stesso, però, ci mette in guardia dalla perdita di territorialità e quindi dall'appiattimento delle differenze che stà avvenendo nel mondo del vino a favore di un gusto globalizzato e fa riferimento anche al film "mondovino" di Jonathan Nossiter che anch'io consiglio di vedere. Sempre a questo proposito il mio capitolo preferito è quello dedicato al Lambrusco "il grande sottovalutato di Modena-Reggio Emilia", un vino che ha una storia antica (nominato persino da Virgilio, Varrone e Plinio il Vecchio) e che quindi oltre al suo gusto racconta un territorio e il suo popolo.

Tornando al libro, spesso risulta tecnico, quasi da addetti ai lavori, ma l'autore non si prende mai sul serio, non sale mai in cattedra e ribadisce il concetto, pienamente condivisibile, che "il mondo del vino è il regno del soggettivo".

Concludo raccontandovi una storia che sono sicuro farebbe piacere sentire anche ad Andrea Scanzi (se mai leggerà questo blog) comunque gliela dedico. E' una storia vera che mi è stata raccontata da fonte sicura e narra di quel ragazzo che alla maturità di Enologia, durante la degustazione di un vino rosso, dopo aver pasteggiato a lungo, sentenziò davanti alla commissione: "...non sò cosa che sia, ma verghen..." (non credo serva la traduzione)
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
A proposito, da anni mi faccio portare dal contadino amico di mio suocero (e anche questa sembra scritta da Scanzi ma invece è vera) 6 bottiglie di Clinto "de contadin". A me piace molto perchè è acido ed estremamente tannico (sà di vero-vino). Cerco qualcuno con cui poter condividere qualche opinione, quindi, per chi ama il brivido della genuinità e se qualcuno mette la soppressa, proporrei di organizzare una serata TASTEWINE.

Un elogio a tutti. Ciao Angelo.

2 commenti:

  1. Anonimo19:12

    Ehi ragazzi, ma dove siete finiti? Dopo questo weekend le bottiglie sono rimaste 4. ciao Angelo

    RispondiElimina
  2. Anonimo09:46

    Scusa Angelo, ma non riesco a tenere il passo con tutti questi libri da leggere. L'ultimo libro che ho letto riguarda la lingua inglese, e quindi ho postato il commento sul post di qualche mese fa english elsson one.
    Il libro però l'ho comperato ed è in lista di attesa, non appena ho finito di leggere il libretto sul comportamento dei cani.
    A presto

    paolo

    RispondiElimina