Infelice uscita questa settimana da parte del dott. J.Watson che forse, dopo aver letto il nostro post sulla supidità, ha voluto spingersi "oltre" e ha esagerato un pò. Insomma un grande scienziato come lui, scopritore con Crick della doppia elica del DNA, premio nobel, oserei dire un mito, che ti esce fuori con una "sparata" da bar; vabbè che i giornalisti avranno avuto come al solito la loro parte!!!
Le persone stupide (e non parliamo di comportamenti stupidi) esistono senz'altro e lo avevamo già detto nel vecchio post "allegro ma non troppo", quindi siamo daccordo che possa esistere il gene della stupidità, ma dire che questo gene ce l'ha una certa popolazione piuttosto che un'altra è proprio esagerato: la trovo un'affermazione un pò (concedetemi la battuta) stupida!
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Si riapre così il dibattito, infinito, su cosa sia l'intelligenza, ma anche qui ci hanno provato in molti, non senza prendere clamorose cantonate nel tentativo di misurarla: vedi il famoso Q.I.-TEST della scuola Stern (germania 1912).Comunque gli scienziati dicono che ci sono almeno 8 tipi di intelligenza: LOGICA, LINGUISTICA, SPAZIALE, MUSICALE, NATURALISTICA, INTRAPERSONALE, INTERPERSONALE, tutti ne abbiamo un pò ma in misura diversa. Adesso fate un pò voi...
sabato 20 ottobre 2007
domenica 14 ottobre 2007
Elogio dell'invecchiamento (del vino)
Su consiglio della Paolina - vedi post delle ferie - mi sono letto anch'io questo libro "elogio dell'invecchiamento" di Andrea Scanzi e mi è molto piaciuto. Il libro tratta l'argomento vino e ho pensato: questo è un argomento che dovrebbe far presa sui Reduci1982, visto poi che il gruppo può vantarsi di annoverare professionisti (Toni), semi-professionisti (Paolina) e cultori (tutti gli altri). Così ho deciso di scrivere questo post.
Premesso che il sottoscritto potrebbe essere classificato tra i "selvaggi" cioè, come dice l'autore, "...quelli che si imbucano alle fiere confondendo il Vinitaly con la sagra del Chianti a Greve...", dopo aver letto il libro ammetto di aver imparato qualcosa di più: adesso anch'io sò che i vini bianchi non hanno tannini ...a meno che non sia un Pico di Angiolino Maule!!! Vi ho stupito? In realtà Scanzi prende in giro proprio questo atteggiamento da saputelli di chi ha imparato 4 cose sul vino magari facendo il corso AIS come egli stesso ha fatto diplomandosi sommelier ma aspettando ancora oggi lo Spirito Di(Vino) che lo illumini tra gli eletti.
Sapere di vino, ovviamente, è molto di più, e non è retorica dire che un vino è una cosa viva e che ogni bottiglia praticamente è unica. L'autore dice: "Per ogni bottiglia, una vita. Un'emozione, forse, unica". Lo stesso, però, ci mette in guardia dalla perdita di territorialità e quindi dall'appiattimento delle differenze che stà avvenendo nel mondo del vino a favore di un gusto globalizzato e fa riferimento anche al film "mondovino" di Jonathan Nossiter che anch'io consiglio di vedere. Sempre a questo proposito il mio capitolo preferito è quello dedicato al Lambrusco "il grande sottovalutato di Modena-Reggio Emilia", un vino che ha una storia antica (nominato persino da Virgilio, Varrone e Plinio il Vecchio) e che quindi oltre al suo gusto racconta un territorio e il suo popolo.
Tornando al libro, spesso risulta tecnico, quasi da addetti ai lavori, ma l'autore non si prende mai sul serio, non sale mai in cattedra e ribadisce il concetto, pienamente condivisibile, che "il mondo del vino è il regno del soggettivo".
Concludo raccontandovi una storia che sono sicuro farebbe piacere sentire anche ad Andrea Scanzi (se mai leggerà questo blog) comunque gliela dedico. E' una storia vera che mi è stata raccontata da fonte sicura e narra di quel ragazzo che alla maturità di Enologia, durante la degustazione di un vino rosso, dopo aver pasteggiato a lungo, sentenziò davanti alla commissione: "...non sò cosa che sia, ma verghen..." (non credo serva la traduzione)
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A proposito, da anni mi faccio portare dal contadino amico di mio suocero (e anche questa sembra scritta da Scanzi ma invece è vera) 6 bottiglie di Clinto "de contadin". A me piace molto perchè è acido ed estremamente tannico (sà di vero-vino). Cerco qualcuno con cui poter condividere qualche opinione, quindi, per chi ama il brivido della genuinità e se qualcuno mette la soppressa, proporrei di organizzare una serata TASTEWINE.
Un elogio a tutti. Ciao Angelo.
Premesso che il sottoscritto potrebbe essere classificato tra i "selvaggi" cioè, come dice l'autore, "...quelli che si imbucano alle fiere confondendo il Vinitaly con la sagra del Chianti a Greve...", dopo aver letto il libro ammetto di aver imparato qualcosa di più: adesso anch'io sò che i vini bianchi non hanno tannini ...a meno che non sia un Pico di Angiolino Maule!!! Vi ho stupito? In realtà Scanzi prende in giro proprio questo atteggiamento da saputelli di chi ha imparato 4 cose sul vino magari facendo il corso AIS come egli stesso ha fatto diplomandosi sommelier ma aspettando ancora oggi lo Spirito Di(Vino) che lo illumini tra gli eletti.
Sapere di vino, ovviamente, è molto di più, e non è retorica dire che un vino è una cosa viva e che ogni bottiglia praticamente è unica. L'autore dice: "Per ogni bottiglia, una vita. Un'emozione, forse, unica". Lo stesso, però, ci mette in guardia dalla perdita di territorialità e quindi dall'appiattimento delle differenze che stà avvenendo nel mondo del vino a favore di un gusto globalizzato e fa riferimento anche al film "mondovino" di Jonathan Nossiter che anch'io consiglio di vedere. Sempre a questo proposito il mio capitolo preferito è quello dedicato al Lambrusco "il grande sottovalutato di Modena-Reggio Emilia", un vino che ha una storia antica (nominato persino da Virgilio, Varrone e Plinio il Vecchio) e che quindi oltre al suo gusto racconta un territorio e il suo popolo.
Tornando al libro, spesso risulta tecnico, quasi da addetti ai lavori, ma l'autore non si prende mai sul serio, non sale mai in cattedra e ribadisce il concetto, pienamente condivisibile, che "il mondo del vino è il regno del soggettivo".
Concludo raccontandovi una storia che sono sicuro farebbe piacere sentire anche ad Andrea Scanzi (se mai leggerà questo blog) comunque gliela dedico. E' una storia vera che mi è stata raccontata da fonte sicura e narra di quel ragazzo che alla maturità di Enologia, durante la degustazione di un vino rosso, dopo aver pasteggiato a lungo, sentenziò davanti alla commissione: "...non sò cosa che sia, ma verghen..." (non credo serva la traduzione)
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A proposito, da anni mi faccio portare dal contadino amico di mio suocero (e anche questa sembra scritta da Scanzi ma invece è vera) 6 bottiglie di Clinto "de contadin". A me piace molto perchè è acido ed estremamente tannico (sà di vero-vino). Cerco qualcuno con cui poter condividere qualche opinione, quindi, per chi ama il brivido della genuinità e se qualcuno mette la soppressa, proporrei di organizzare una serata TASTEWINE.
Un elogio a tutti. Ciao Angelo.
martedì 2 ottobre 2007
terapia di gruppo
Gianni scrive...
Visto che si parla anche di cose da fare e da vedere nel weekend per ricordare che sabato e domenica prossima saremo in scena franziskus (il bidello) ed io con gli infami al Dina Orsi a Conegliano con il nuovo spettacolo "Terapia di Gruppo" - una commedia sessualmente scorretta -
Visto che si parla anche di cose da fare e da vedere nel weekend per ricordare che sabato e domenica prossima saremo in scena franziskus (il bidello) ed io con gli infami al Dina Orsi a Conegliano con il nuovo spettacolo "Terapia di Gruppo" - una commedia sessualmente scorretta -
Per sabato l'inizio è alle 21.00 e domenica alle 16.30.
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